Storie per capire l'economia mondiale.
L’autore Alessandro Giraudo in dialogo con il giornalista Erminio Bissolotti.
Introduce Gabriele Colleoni, vicedirettore del Giornale di Brescia.
Mercati, rivoluzioni, lavoro, tasse e, naturalmente, materie prime: bisogna conoscere anche la storia per capire in che direzione sta andando l’economia globale. Se nel mondo della chimica tutto si trasforma, in quello dell’economia ci sono perdite e distruzioni: positive per alcuni, negative per altri. Dopo il successo di “Storie straordinarie delle materie prime” (vol I e II, Add editore) con il suo nuovo libro, dal titolo “Quando il ferro costava più dell’oro” (Add editore), Alessandro Giraudo legge la storia come un cubo di Rubik in cui ogni tassello rappresenta una variabile: guerre, religioni, serendipità e coraggio non sono che gli elementi perennemente in movimento di un contrappunto senza fine.
Giraudo è un economista che va oltre i numeri, le statistiche e l’econometria: in “Quando il ferro costava più dell’oro” incontra figure storiche mitiche, come Alessandro il Grande o Napoleone. Giraudo, come Carlo Maria Cipolla, con cui ha condiviso molti anni di studio, si incammina sulla strada che incrocia teorie economiche e fatti storici. Un esercizio che richiede una conoscenza approfondita degli avvenimenti del passato e parallelamente delle teorie e dei saperi economici. Nella postfazione, l’economista francese Jean-Marc Daniel, direttore editoriale della rivista Societal, scrive: “Alessandro Giraudo ha preso la strada del passato per farci capire meglio il presente e, incidentalmente, farci prevedere le sfide del nostro futuro.
Si dice che quando la regina d’Inghilterra visitò la London School of Economics abbia chiesto perché nessuno avesse previsto la crisi del 2008: ecco, se avesse letto questo libro avrebbe forse formulato la domanda in maniera diversa: perché il mondo non ha vissuto epoche senza crisi?”
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